Piccolo elogio alla Sardegna

di Patrizia Varetto

Hai voglia a vederne di mari. Quello di Sardegna ci sembra ogni volta il più bello.
Ma non è solo questione di mare, è che la Sardegna è magia. I suoi paesaggi sono scabri e profumati. Il suoi cieli intensi notte e giorno. La sua luce chiara come le acque.
E' cosi bella, quest'isola, e così votata al silenzio e raccolta in un' armonia che ricompone tutte le asprezze, che luoghi artificiali come Porto Cervo o Porto Rotondo finiscono per sembrare bubboni spuntati su un bel volto. Locali notturni, ristoranti, griffes, gente che va su e giù davanti alle barche in rada dei magnati. Fumi di grigliate sulle terrazze vista mare. Commesse sulla soglia delle boutiques che scrutano lo struscio pezzente di agosto.

Per fortuna basta fare qualche chilometro e questo artificio svanisce: l'isola si riappropria con forza di sé, invita a deviare per un sentiero polveroso che scende alla spiaggia, offre all'improvviso la vista di una piccola baia, fa balenare sotto i raggi lunari un tratto di mare. Le ore girano più lente che altrove e ogni momento del giorno si dipana orchestrato da un regista invisibile e sapiente: il tremolante azzurro dell'alba, la forza del mezzogiorno, il trionfo rosso del tramonto. Fino alla notte. Più nera e misteriosa che altrove, con le stelle più brillanti che altrove.

In Sardegna, anche quello che non si può toccare ha consistenza. Arriva all'anima e la scuote, la sua bellezza ce la portiamo dentro come un dono e ogni volta che ne riaffiorerà il ricordo, ci tornerà in mente anche Lei, l'amica che portava in sé la stessa silenziosa bellezza. Ci va di pensare che sia tornata a casa