di Mimmi Biondo
La prima volta l’ho vista dalla nave nel ’73 ed è stato un colpo di fulmine: le case neoclassiche color pastello che si specchiavano nel mare fermo della sua profonda insenatura, appena qualche metro ritratte dall’orlo del lungomare, che è anche molo d’attracco, e poi, una dietro l’altra, arrampicate sulla costa rocciosa di modo che ciascuna è affacciata sul mare alle varie altitudini. A mezza costa, tra le case, un’imponente chiesa bizantina e, sulla cima del crinale, alcuni mulini a vento rendono il colpo d’occhio davvero indimenticabile.
Ci sono, poi, tornata diverse volte nel corso dei decenni, trovandola sempre più turistica, ma non snaturata nel suo spirito, né devastata dalle costruzioni, che pur si sono moltiplicate, ma conservando l’architettura tipica. Del resto, era troppo bella per passare inosservata. Sto parlando di Simi (o Symi) un’isola del Dodecaneso stretta tra Rodi e la costa turca.
Sostanzialmente, con l’eccezione della piccola Nimborio, ormai c’è un unico centro abitato in cui si distribuiscono i circa 2.500 abitanti, dato che gli originari tre (Ghialos, il porto, Kora, la città alta, e Pedi, che sorge nell’insenatura alle spalle di Ghialos) si sono pressoché fusi. Ora, accanto alle tipiche taverne, sono sorti anche locali “di tendenza”, eleganti e discreti. Dall’altra parte dell’isola, ormai collegato anche via terra, sorge il monastero di Panormitis, sgargiante di colori, che accoglie una sbalorditiva collezione di tesori bizantini, inclusi alcuni pezzi di Fabergé.
Nell’isola ci sono diverse splendide spiagge di ciottoli bianchi, per lo più raggiungibili con un efficiente servizio di barca taxi, quasi tutte attrezzate con una piccola taverna in cui si possono consumare i tipici piatti da Kantina sulla spiaggia (polpo, alici e neonata fritta, koriatiki etc.) e avere gratuitamente anche ombrellone e lettino; state tranquille, questo benefit non incide sul conto, che difficilmente supererà i 10 €, anche se avete un appetito ragguardevole. La spiaggia più bella, invece, è priva di taverna: si tratta di Aghios Georghios, con l’immancabile chiesina bianca, sovrastata da un’impressionante parete rocciosa e da una colata di pini, scampati al feroce disboscamento risalente ai secoli precedenti al XVIII, quando Simi era sede di una fiorente attività di cantieristica navale. Da non perdere è il giro dell’isola in barca, con cinque soste per il bagno e un pranzo pantagruelico con barbecue sulla spiaggia.
Arrivare d’estate a Simi è facile ed economico: aereo diretto per Rodi da Milano o Roma, e nave veloce Dodekanisos Seaways dal porto di Rodi alle 18,30, con arrivo alle 19,20. La prima settimana di luglio, di fatto, è il culmine della bassa stagione, non per i prezzi, che sono da alta, ma per le presenze. Gli Europei del nord, infatti, prediligono i mesi di maggio, giugno, settembre e ottobre, mentre Greci e Italiani arrivano da metà luglio a tutto agosto.